Rovato è da sempre, per la sua collocazione geografica di sbocco della montagna e della collina, punto spontaneo di incontro di Valle Camonica, lago d’Iseo e Franciacorta con tutto l’asse di innesto pedemontano della Pianura Padana, luogo naturale e privilegiato di scambi commerciali.
Alcune testimonianze fanno risalire ad epoca romana e longobarda le notizie dei primi scambi mercatali nella zona del Monte Orfano e del Castello.
Le prime notizie scritte riguardanti il Castello di Rovato, al cui interno si svolgevano sicuramente attività mercatali, risalgono al XIII secolo.
Troviamo altre notizie certe nel XIV secolo.E’ infatti nel 1385 che Gian Galeazzo Visconti riconosce l’ordinamento in quadre del territorio: la quadra di Rovato comprende Coccaglio, Erbusco, Calino, Bornato, Paderno, Passirano, Camignone, Cazzago, Monterotondo.
Nel 1426 Brescia passa sotto la dominazione veneta e nel 1438 Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, concede alle quadre di Rovato e di Gussago una serie di esenzioni in materia commerciale (all. 1). Le concessioni furono avallate da Francesco Sforza e confermate dal Doge Francesco Foscari il 28 luglio 1440. Proprio in questa data Venezia riordina fiere e mercati, vietando ogni mercato settimanale ad eccezione di pochi, tra i quali Rovato.
Segue il buio periodo franco-ispano, che vede il 7 agosto 1509 la rivolta di Rovato contro i francesi insediatisi nel Castello Quistini, rivolta alla cui base sicuramente vi furono anche interessi economici, quale quello di contrastare il tentativo sostenuto dalle autorità francesi di spostare a Travagliato il secolare mercato rovatese, come risulta da testimonianze dell’epoca.
La ripresa del dominio veneto avvenuta il 22 maggio 1516 ridà speranza alle attività mercatali e così Rovato chiede a Venezia la conferma dei privilegi del 1440, conferma che interviene con la decisione del Doge Leonardo Laureano del 31 dicembre 1517 (all.2): si tratta del più antico documento rinvenuto nell’archivio comunale che attesta l’esistenza del mercato di Rovato, non limitato al bestiame ma esteso anche alle altre merci, nel lunedì di ogni settimana.
Quanto alla collocazione del mercato, il mercato delle merci di vario genere diverse dal bestiame si svolgeva originariamente in un’area al confine con il Palazzo Municipale, protetta a nord e sud dalle mura venete, detta piazza Carampane, corrispondente all’area dove attualmente sorgono le Scuole Elementari, erette nel 1934, a seguito della demolizione della Chiesa di S. Nicola a Tolentino, di antica origine e riedificata a seguito della peste del 1630 quale voto di ringraziamento (all. 3-4).
In tale area nel 1802 venne spostato anche il mercato del bestiame, che già si svolgeva nella contrada Larga (poi corso Vittorio Emanuele e ora corso Bonomelli) e prima ancora alle pendici del Monte Orfano.
Tra il 1840 e il 1846 venne realizzata su progetto dell’architetto Vantini la nuova elegante piazza del mercato (ora Piazza Cavour), che si volle costruire nel cuore del paese proprio a scopo commerciale. Essa non era destinata al mercato dei bovini, che avrà la sua definitiva sistemazione nel 1910 con la costruzione del Foro Boario, ma ai banchi dell’ambulantato merceologico che da secoli costituiscono il naturale corollario di ogni lunedì (all. 5).
Tradizionalmente la piazza era riservata al commercio dei beni non alimentari, mentre l’adiacente via Vantini ospitava un mercato del pesce coperto. Il mercato dei latticini, prima di essere trasferito in piazza Palestro, si svolgeva nella vicina via Rose, dove esisteva un ampio portico che fungeva da copertura, sopra il quale si erge l’immobile che fu casa natale di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, poi accorpato al Palazzo Municipale e attualmente sede di uffici comunali.
Risale al 1935 l’elenco “Fiere e mercati della Provincia di Brescia per Regioni e Zone Agrarie” emanato dal Consiglio e Ufficio Provinciale dell’Economia Corporativa di Brescia (all. 6) nel quale è riportato il mercato del lunedì di Rovato con la suddivisione delle vie in relazione alle merci commerciate.
Tale suddivisione si è sostanzialmente mantenuta anche a seguito dell’ampliamento risalente agli anni ’70 del secolo scorso, quando sono state aggiunte via Castello, Piazza Montebello e Spalti Matteotti, dove erano collocate le ferramente, successivamente spostate presso il mercato bestiame del Foro Boario.
Nel 1997 è stata deliberata la determinazione dell’area mercatale secondo tale assetto.
Nel 2002, a causa dei lavori di rifacimento del manto stradale che hanno interessato il centro del paese, è stato disposto lo spostamento provvisorio nell’area attrezzata adiacente al Foro Boario, provvista di un’ampia area di parcheggio.
Nel 2007 è stato deliberato il definitivo trasferimento in tale sede del mercato merceologico, che, a seguito di soppressione di alcuni posteggi liberi per revoca o rinuncia e di trasformazione dei posteggi per la vendita di ferramenta da mercatali a isolati con assimilazione al mercato agricolo, ha assunto la consistenza attuale di 141 banchi di cui 30 alimentari, 1 produttore agricolo di beni alimentari, 110 non alimentari, a cui si aggiungono 4 posteggi isolati per la merceologia di ferramenta e 2 posteggi isolati riservati ai produttori agricoli collocati presso il mercato agricolo.
Nonostante l’attuale regolamento preveda la sola suddivisione tra alimentari e non alimentari, il mercato continua a mantenere una buona differenziazione merceologica e, pur in presenza di un notevole numero di banchi di abbigliamento, sono presenti anche tipologie merceologiche quasi scomparse altrove, come ferramenta, casalinghi, floricoltura, arrotino.
Anche se ormai il mercato bestiame è limitato a settore avicolo e cunicoltura, la collocazione del mercato merceologico in area adiacente al mercato agricolo, tuttora attivo per quanto attiene a fieno e ferramenta e selleria, ne fa luogo privilegiato di incontro e di interscambio tra agricoltori, allevatori e commercianti.